Convegno Biogas a Torrimpietra, grandissima partecipazione

Grandissima partecipazione di cittadini e comitati al Convegno sul Biogas a Torrimpietra il 9 Febbraio 2013, organizzato dal Comitato Rifiuti Zero Fiumicino. – http://www.rifiutizerofiumicino.it/

I medici dell’Isde, dottoressa A. Litta e il Dott. Mauro Mocci, relatori del Convegno, si sono spesi con incisività per fornire ogni informazione ai numerosissimi presenti che hanno gremito la sala della Corte di Arenaro.

Le evidenze sanitarie e ambientali riguardanti questo ennesimo attacco al territorio laziale dal nome BIOGAS CON FORSU, BIOGAS CON DERRATE ALIMENTARI, BIOMASSE (centrali a combustione), spiegato con grande perizia e precisione dal Dott. Mauro Mocci, incontrano un ascolto sempre più sentito e partecipato. Una sorta di risveglio che di volta in volta, di convegno in convegno, sta finalmente contagiando il territorio e tutti quei cittadini seriamente preoccupati di come venga istituzionalmente gestito il tema della salute e dell’ambiente. Una cosa è ormai evidente: i cittadini intendono proteggere questo sfortunato ma bellissimo territorio flagellato dall’inquinamento, come intendono proteggersi dai falsari del linguaggio che con altisonanti parole (bio, green) mirano a confondere le coscienze per continuare ad alimentare la macchina del profitto. Sempre più numerose le persone che si documentano in maniera scrupolosa, studiando, leggendo centinaia di carte e progetti autorizzati, ricercando articoli e decreti che promettono l’ulteriore devastazione del territorio, camminando dietro agli esperti del settore come medici e biologi per l’ambiente che con la loro diretta esperienza sanitaria raccolgono e registrano dati reali sull’incremento di gravi patologie anche mortali, mettendo in guardia sui possibili scenari futuri qualora i cittadini non dovessero decidere di lottare per la tutela della loro salute e per la salvaguardia del territorio laziale e dell’Italia.

“Questo è il momento delle scelte responsabili e razionali, dove le comunità dei territori sono chiamate in causa e dove forte devono far sentire la loro voce perché ne vale veramente il presente, ma anche il futuro, e io intendo il futuro prossimo.” Come dice la dottoressa Litta.

Purtroppo tra politica e cittadini si è venuta a creare una distanza incolmabile ed è il cittadino a dover venire in primo piano per difendere il proprio diritto alla salute. Lo dimostra il fatto che nelle realtà locali quasi sempre neppure le opposizioni all’interno dei Comuni agiscono. Eppure è un dato incontrovertibile che il Lazio è una regione talmente inquinata che non potrebbe più reggere ulteriori aggressioni se non a costi elevatissimi sul piano della salute e della salubrità dei beni comuni primari, che nulla hanno a che fare con le attuali politiche affaristiche di attacco al territorio.

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Ma una delle informazioni ricevute dai due relatori che non può e non deve essere tralasciata: l’incremento annuo del cancro nell’infanzia.

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L’Isde ha fatto una denuncia aperta sui veleni che inquinano i bambini: polveri sottili, campi magnetici, pesticidi.

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Ma tutti questi campanelli d’allarme non convincono ancora abbastanza gli Amministratori locali, sentinelle sul territorio degli apparati istituzionali centrali. Cosa aspettano ad unirsi fra di loro e a far rimbalzare nei Palazzi questo stato di emergenza sanitaria e ambientale? Che dire, per esempio, del Sindaco di Manziana, il quale interrogato sulla questione da alcuni cittadini, ritiene di non doversi interessare su quanto avviene nei Comuni limitrofi, come se salute e ambiente fossero argomento circoscritto a una linea di confine. Aria, acqua, energia, terra, agricoltura e cibo sono indissolubilmente interconnessi e non hanno passaporto; e se uno di questi elementi viene degradato e inquinato, tutti gli altri ne subiscono la contaminazione, in barba alla linea di demarcazione territoriale.

Come dice bene la dottoressa Litta: “Noi dobbiamo tutelare l’aria, il suolo, perché inevitabilmente queste sostanze tossiche e cancerogene finiscono nel ciclo delle acque.” Vedi le due situazioni drammatiche della Regione Lazio: quella del fiume Sacco e quella del Lago di Vico. E nel caso dell’arsenico, ad esempio, va precisato che non ci proviene solo dal suolo ma viene liberato anche dalle centrali che bruciano combustibili fossili e dalle combustioni dei motori degli aerei che ci passano sulla testa. E teniamo presente che inquinanti, pesticidi e sostanze tossiche che vengono liberate anche dagli impianti di biogas riescono addirittura a superare la barriera placentare e andare ad interferire con il programma di sviluppo fetale, determinando non solo malattie nelle generazioni che nascono e le cui mamme sono state esposte, ma addirittura nelle generazioni future. Queste sostanze che si liberano in forma di polveri sono talmente microscopiche che riescono ad interferire con il genoma umano.

Queste emergenze e criticità ambientali, hanno contribuito a determinare danni alla salute dei cittadini della Regione Lazio. E questo ce lo dice proprio la stessa Regione Lazio. “Probabilmente chi ci amministrava e chi ci andrà ad amministrare dovrebbe conoscere questi dati a menadito, perché se li conoscesse, se conoscesse tutti i dati della sanità che stanno passando, tutte queste scelte sconsiderate che continuano a mortificare e a inquinare l’ambiente, probabilmente si farebbero ben altre scelte.”

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“Queste malattie qui, non è che derivino solo dagli stili di vita, da quello che mangiamo oppure dal fatto che si fuma e si fa una vita sedentaria: sono legate drammaticamente all’inquinamento dell’ambiente, in particolare all’inquinamento dell’aria.”

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“E questi numeri sono sofferenze di persone e di famiglie. Sono costi per la sanità del Lazio e derivano strettamente anche dall’inquinamento e dai danni che noi stiamo facendo sui nostri territori.”

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“Probabilmente se i consiglieri della Regione Lazio non fossero stati affaccendati in tutt’altre faccende, se avessero letto questi dati drammatici, probabilmente i tagli che sta subendo il comparto sanitario non ci sarebbero.” Ma persino questi dati probabilmente non bastano, tant’è che sono completamente estranei al dibattito politico di questi giorni.

E ora, oltre alla gravissima situazione già esistente che da Malagrotta sale fino a Montalto di Castro e oltre, il territorio deve armarsi a lottare contro l’arsenico, contro le 160 e più centrali a biomasse e a biogas in via di autorizzazione nell’Alto Lazio, contro il promesso polo industriale dei rifiuti di Cupinoro (Bracciano) e di tutta una serie di aree altrettanto minacciate (Pomezia, Roncigliano, Guidonia, ecc.). Un quadro d’insieme di impianti e di scelte tecnologiche che vanno “contro la tutela del diritto alla salute” e contro la nostra carta costituzionale alla quale noi dobbiamo sempre appellarci. Come ci ha ricordato la dottoressa Litta nell’introduzione al suo intervento intitolato “Territori del Lazio: quali scelte a tutela della salute e dell’ambiente?”, la Costituzione Italiana è fondata non solo sul lavoro (diritto anch’esso tradito), ma sulla garanzia di tutelare la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività.” (art. 32) Salute che va protetta anche con la salvaguardia del nostro patrimonio artistico e culturale, come ricorda l’art. 9 della Costituzione.

Litta: “Questi territori, noi, non è che ce li siamo comprati: ci sono stati donati dalle generazioni precedenti e appartengono all’intera umanità. Quindi, tutti i danni che vengono fatti su questi territori, tutte le violazioni, tutte le ferite, noi le lasciamo purtroppo in eredità alle generazioni che vengono. L’ambiente non è soltanto quello che entra dentro di noi attraverso il cibo, l’aria, ciò che respiriamo, ma è anche ciò che vediamo, e tutti sanno – anche in medicina – quanto sia importante un ambiente bello, perché questo riesce a restituire pace e serenità alle persone, quella pace e quella serenità che non ci sono più per una serie di motivi e che spesso diventano malattia da medicalizzare. E invece, alle persone che sono inquiete, che sono depresse, noi prescriviamo delle medicine. Forse dovremmo cominciare a prescrivere delle belle passeggiate nei nostri territori meravigliosi […]” Questo per sottolineare quanto sia importante il rapporto ambiente-salute.

Ma per tornare al Biogas, ai cittadini che non sono intervenuti ieri va detto che al convegno di Torrimpietra è riemerso forte e chiaro che queste centrali a BIOGAS con forsu o con derrate alimentari NON SERVONO, NON SONO FONTI RINNOVABILI, SONO DANNOSE ALLA SALUTE E ALL’AMBIENTE, SERVONO SOLO A CHI OTTIENE GLI INCENTIVI, RENDONO INATTUABILE UN CORRETTO CICLO DI GESTIONE DEI RIFIUTI, previsto oltretutto dalla normativa europea. Ma va soprattutto detto, come ha ben dimostrato nella sua relazione il dott. Mocci, che LE ALTERNATIVE SANE E SALUBRI CI SONO. (cfr. documenti convegno Manziana)

Domande:

– come vogliamo continuare a costruire il futuro?

– da chi vogliamo farcelo costruire?

Se non scatterà nell’immediato un rovesciamento dell’attuale modello di sviluppo lineare che pone al primo posto il profitto dei pochi, l’esito globale in tempi neanche così lontani non potrà che essere nefasto, soprattutto irrecuperabile, se non dopo eoni di paziente smaltimento da parte della Natura

Ma per fare questo ci vorrebbe una classe politica e imprenditoriale che sapesse parlare come il Prof. Lorenzo Tomatis, “scienziato scomodo ma soprattutto uomo giusto” che ci ha lasciati solo fisicamente.

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Così come i medici, tutti i medici, dovrebbero diventare tutori della corretta informazione sulle pratiche da seguire per tutelare l’ambiente, sia presso i propri pazienti sia presso gli Amministratori locali sia favorendo iniziative sulle tematiche ambientali. “Perché questo tipo d’informazione dà consapevolezza alle persone e le mette nella condizione di poter scegliere veramente quello che è buono e quello che fa bene alla salute.” Per un  medico, peraltro, questo è un obbligo previsto dal nuovo codice di deontologia medica.

Così come i cittadini dovrebbero diventare sempre più responsabili e critici nei confronti di chi pratica la vecchia politica di dominio miope del territorio.

E per chiudere va segnalato il complesso lavoro di sintesi svolto dall’ISDE nell’importante documento programmatico 2013 riguardante Ambiente e Salute, Energia, Aria, Mobilità, Gestione dei Rifiuti, Acqua, Campi Elettromagnetici, Pratiche Agricole, Tutela del territorio, Rimboschimento e nuovi parchi, Ambiente di lavoro e rischi industriali.

La piattaforma su cui lavorare e impegnarsi c’è, ma la buona politica quando ne prenderà atto?

Intanto ne prendono atto i cittadini non abdicanti.

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